Il progetto

VISIO è strutturato in una mostra e una serie di seminari e incontri dedicati ad approfondire la visione e le tematiche degli artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica. Promuovendo il confronto e la mobilità internazionale di giovani creativi, VISIO ha favorito in questi anni lo sviluppo di un network europeo tra istituzioni, artisti e professionisti che lavorano con le moving images creando un importante archivio di una nuova generazione di artisti europei o residenti in Europa. Oltre 600 sono gli artisti che hanno partecipato al processo di selezione delle precedenti edizioni.

Il progetto, a cura di Leonardo Bigazzi, si tiene a Firenze nell’ambito dell’XI edizione dello Schermo dell’arte Film Festival, dal 13 al 18 novembre 2018, ed è rivolto a 12 giovani artisti italiani ed europei che lavorano con le immagini in movimento. I partecipanti saranno selezionati attraverso una open call e in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. Le candidature dovranno essere inviate entro lunedì 3 settembre 2018.

Dopo il successo delle mostre che si sono tenute a Palazzo Strozzi (2015), al Cinema La Compagnia (2016) e alla Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi (2017), Lo schermo dell’arte Film Festival organizza, nell’ambito del programma VISIO, un nuovo progetto espositivo intitolato European Identities: New Geographies in Artists’ Film and Video. La mostra sarà allestita negli spazi di Le Murate. Progetti Arte Contemporanea: uno spazio espositivo ricavato nell’ex carcere maschile di Firenze rimasto attivo fino ad una ventina d’anni fa.

È confermato il VISIO Young Talent Acquisition Prize (IV edizione). Il Premio consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei. Con questo Premio, Lo schermo dell’arte Film Festival, grazie alla partnership con Seven Gravity Collection, intende sostenere giovani artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica promuovendo il collezionismo di video installazioni, film e video d’artista.

Struttura

VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images è strutturato in sei sezioni principali:

1. European Identities: New Geographies in Artists’ Film and Video
La mostra, a cura di Leonardo Bigazzi, sarà allestita negli spazi delle Murate. Progetti Arte Contemporanea di Firenze (13 – 18 novembre 2018) e propone uno sguardo sulla produzione di film e video di una nuova generazione di artisti in Europa. Intende riflettere sulla molteplicità di linguaggi e tematiche dei giovani artisti internazionali che lavorano con le immagini in movimento e allo stesso tempo sulle modalità di fruizione dei differenti formati delle opere video nello spazio espositivo. Saranno selezionate opere che rappresentano la varietà di mezzi e formati utilizzati nella pratica video contemporanea: dall’analogico al digitale, dai video e film monocanali su monitor o proiettati su schermi fino alle video installazioni.

2. Festival
I partecipanti sono invitati a seguire le proiezioni, gli incontri e le lectures del programma della XI edizione dello Schermo dell’arte Film Festival. Le tematiche affrontate saranno poi approfondite e sviluppate durante i seminari e le conversazioni con i curatori e gli artisti ospiti. In questa edizione saranno proiettati i lavori di vari artisti internazionali tra i quali Gabrielle Brady, Jumana Manna, Phil Collins, Jordi Colomer.

3. VISIO. Young Talent Acquisition Prize
Il Premio consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicate alle opere video di artisti contemporanei.
Il Premio sarà assegnato dai Soci Fondatori della Seven Gravity Collection e l’artista vincitore sarà annunciato durante la serata conclusiva dello Schermo dell’arte Film Festival.

4. Artists Presentation
Mercoledì 14 novembre, gli artisti partecipanti introdurranno il proprio lavoro con una presentazione di 15 minuti. Questa giornata sarà l’occasione per illustrare agli altri partecipanti, e ad un pubblico selezionato, le tematiche e le linee fondamentali della propria pratica artistica.

5. Seminars
Sarà organizzato un ciclo di seminari tenuti da artisti e curatori ospiti del Festival che discuteranno con i partecipanti alcuni aspetti della loro pratica artistica e della loro metodologia di ricerca. I seminari, della durata di due ore, saranno strutturati in modo da prevedere anche momenti di dialogo e condivisione della propria esperienza tra i professionisti e i partecipanti. Nelle edizioni precedenti i seminari sono stati tenuti da Isaac Julien, Marine Hugonnier, Philippe-Alain Michaud, Filipa Ramos, Deimantas Narkevicius, Mark Nash, Maria Lind, Alain Fleischer, Heinz Peter Schwerfel, Sibylle Kurz, Sarah Perks, Erika Balsom e Shirin Neshat.

6. Conversation room
In questo spazio i partecipanti potranno confrontarsi, durante tavole rotonde e incontri individuali di 40 minuti, con artisti, curatori, critici, produttori e direttori di istituzioni internazionali ospiti del Festival. Dalla presentazione del proprio portfolio a una semplice conversazione, questi momenti sono pensati come un’occasione di confronto e di scambio per favorire la crescita professionale dei partecipanti ed estendere il loro network di contatti internazionali.

  I partecipanti a questa edizione  

Tekla Aslanishvili

1988, Georgia / Germania

Tekla Aslanishvili è artista, saggista e curatrice. Nel 2015 ha completato i suoi studi con Hito Steyerl, presso l’Universität der Künste Berlin. Da allora il suo lavoro si è incentrato sulla proliferazione delle pratiche di produzione automatizzata e gestione algoritmica di spazi urbani su scala globale. La sua ricerca artistica include la realizzazione di documentari saggistici, performance interventiste e video installazioni. Ha organizzato programmi e conferenze interdisciplinari come Algorithmic Space and its Social Implications (Casino Luxembourg / LUCA, 2016), Opaque Infrastructures (Artists Unlimited, Bielefeld, 2016) e una Summer School sul tema dell’evoluzione della coscienza e della società post-umana (Telavi State University, 2015).

Vincent Ceraudo

1986, Italia, Francia / Olanda

Vincent Ceraudo nelle sue opere mette in discussione la percezione e gli artifici del razionalismo, della cultura e del capitalismo. Attraverso l’ausilio di registrazioni, immagini, video, film, fotografie, testi e installazioni, cerca di catturare ciò che potrebbe esistere al di fuori del campo della percezione. Ha studiato a Villa Arson di Nizza e si è laureato presso Le Fresnoy – Studio national des arts contemporains. È membro della Skowhegan School of Painting and Sculpture e artista in residenza a De Ateliers (2016-2018), Amsterdam. Le sue opere sono state presentate ed esposte alla Fondazione Antonio Ratti (2018), Italia; al De Ateliers, Amsterdam (2018); La Station – Gare des Mines di Parigi (2018); presso la Facoltà di Scienze di Torino in collaborazione con The Institute of Things to Come e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2017); alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi (2017); al Art Center of the Villa Arson a Nizza, al Centre Pompidou di Parigi (2017); al Skoweghan program space a New York.

Alice dos Reis

1995, Portogallo / Olanda

VINCITRICE DELLA QUARTA EDIZIONE DEL “VISIO YOUNG TALENT ACQUISITION PRIZE”: LA SUA OPERA MOOD KEEP (2018) ENTRERÀ A FAR PARTE DELLA SEVEN GRAVITY COLLECTION.

Alice dos Reis è un’artista che vive e lavora ad Amsterdam. Nel giugno 2018 ha completato un Master in Belle Arti presso il Sandberg Instituut di Amsterdam come beneficiaria del Gulbenkian Foundation Grant for Arts Masters and Research. Nei suoi testi e nei suoi video combina ricerca e fiction per commentare il rapporto che intercorre tra la produzione di immagini di piattaforme digitali e la sociopolitica contemporanea. Dos Reis è profondamente interessata alle relazioni tra video making, cinema e società contemporanea in senso geopolitico, ecologico e antropologico. Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni e gallerie in tutta Europa, tra cui MAAT Museum (Lisbona), EYE Film Museum (Amsterdam) e Spektrum – Art, Technology Community (Berlino).

Ryan Ferko

1987, Irlanda / Canada

Ryan Ferko nella sua pratica artistica utilizza prevalentemente il film e il video. Cittadino irlandese nato in Canada da una famiglia scappata dalla Jugoslavia, la sua pratica artistica è dedicata al concetto di identità. La produzione filmica guarda ai paesaggi come a mutevoli fonti di storie. Lavorando spesso in condizioni sociali altamente politicizzate e complicate, nelle sue opere si rivolge al mito e allo story telling come a luoghi metaforici in cui poter trovare narrazioni alternative a quelle reali. Il suo cortometraggio Strange Vision of Seeing Things è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e proiettato al New York Film Festival, Ann Arbor. Ha partecipato a numerosi programmi di residenze, tra cui: Tabakalera Centre for International Culture (San Sebastian), Taipei Artist Village, Sound Development City (Belgrado/Atene), ZKU Berlin, Banff Centre.

Riccardo Giacconi

1985, Italia

Riccardo Giacconi ha studiato arti visive presso l’Università IUAV di Venezia. I suoi video sono il risultato di periodi di ricerca e di convivenza trascorsi con specifiche comunità, provando a investigare, isolare e narrare al pubblico storie altrimenti nascoste e sconosciute. Il suo lavoro è stato presentato in varie istituzioni, fra cui: ar/ge kunst (Bolzano), MAC (Belfast), WUK Kunsthalle Exnergasse (Vienna), FRAC Champagne-Ardenne (Francia), tranzitdisplay (Praga), MAXXI (Roma), Peep-Hole (Milano), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino) e all’International Biennale for Young Art di Mosca. Ha preso parte a numerosi programmi di residenza internazionali, tra cui: Centre international d’art et du paysage (Vassivière, Francia) e Lugar a Dudas (Cali, Colombia). Ha presentato i suoi film in diversi festival, fra cui International Film Festival Rotterdam e il FID Marseille, dove ha vinto il Grand Prix nel 2015. Nel 2007 ha co-fondato il collettivo Blauer Hase con cui cura la pubblicazione periodica Paesaggio e il festival Helicotrema.

Vanessa Gravenor

1992, Canada / Stati Uniti / Germania

Vanessa Gravenor ha conseguito il suo BA alla Washington University di St. Louis (2014) con una specializzazione in moving images. Dal 2015 si è trasferita a Berlino e nel luglio 2018 ha completato il suo master in Media Arts nella classe di Hito Steyerl all’Universität der Künste Berlin. Ha ricevuto borse di ricerca dall’Office of Undergraduate Research per studiare il movimento per il diritto di morire in Svizzera e la migrazione biopolitica. Dal 2016 la sua ricerca si concentra sul tema del terrorismo e della guerra del terrore. Gravenor ha mostrato il suo lavoro negli Stati Uniti e in tutta Europa, con recenti presentazioni al Kino Babylon, Berlino (2018), al CCA, u-jazdowski castle, AIR laboratory, Varsavia, (2016) e al Museum of Photography, Berlino, (2016). Ha tenuto conferenze alla Salzburg Global Academy (2018) e RIXC Open Fields, Riga (2017). I suoi testi sono stati pubblicati su ArtSlant, Sleek, 032c, EXPO Chicago, Bad at Sports e Blok Magazine.

Margaret Haines

1984, Canada / Olanda

Margaret Haines ha studiato all’École des Beaux Arts di Parigi, alla Concordia University di Montreal e ha conseguito il suo master al California Institute of the Arts di Valencia. Nel 2015-2016 è stata in residenza alla Rijksakademie di Amsterdam. I suoi ultimi film sono narrazioni piene di indagini filosofiche. La struttura dei video di Haines oscilla tra una miriade di stili cinematografici, dal film di fantascienza alla fiction hollywoodiana, fino al cinéma vérité. I suoi video abbondano di contrastanti riferimenti alle opere di Jean Genet, Kate Millet, Adorno e includono allusioni all’antica mitologia greca, alla cultura delle celebrità in America, all’astrologia e persino a Thrasher Magazine. I suoi lavori sono stati esposti a: Auto Italia, Londra; 1646, L’Aja; Galerie Lily Robert, Parigi; ltd los angeles, Los Angeles; Carroll Fletcher Gallery, Londra; ICA, Londra; Western Front Exhibitions Vancouver, California; e Tanya Leighton Gallery, Berlino.

Alyona Larionova

1988, Russia / Regno Unito

Alyona Larionova vive a Londra ed è artista e regista. Le sue opere video approfondiscono importanti temi che caratterizzano la nostra società contemporanea: la tecnologia, la globalizzazione e gli archivi digitali. La tensione tra ordine e caos e i veloci cambiamenti tecnologici e naturali che caratterizzano il pianeta, sono ciò che più stimola la sua ricerca. Dalla fine del 2015 ha sviluppato una serie di opere che mettono in discussione la vera natura dello storytelling e la nostra ossessione per certe narrazioni. I suoi film e le sue installazioni sono stati mostrati a livello internazionale in festival cinematografici e mostre collettive, come Flatpack Film Festival, Rencontres Internationales Paris/Berlin, Videobrasil, Tenderflix Video Award, MOSTYN, II Moscow Biennial of Young Art and VII Moscow Biennial of Contemporary Art.

Lukas Marxt

1983, Austria / Germania

Lukas Marxt ha studiato Geografia e Scienze Ambientali. Nel 2004 cambia area di ricerca specializzandosi nel settore audiovisivo presso l’Art University di Linz. Dal 2007 al 2008 frequenta la Faculdade de Belas Artes de Lisboa presso l’Institut Arte Multimédia. Nel 2009 prosegue e conclude gli studi post-laurea presso l’Art University di Colonia e HGB di Lipsia. Grazie al sostegno di Stiftung Kunstfonds, Kunststiftung NRW e Ministerium für Familie, Kinder, Jugend, Kultur und Sport des Landes Nordrhein-Westfalen, nel 2017 trascorre sei mesi di residenza nel sud della California. In quel periodo Marxt si occupa di ricerca ecologica e socio-politica in riferimento alle strutture che circondano il Salton Sea. Imperial Valley (cultivated run-off) è il risultato di questo soggiorno. Marxt è stato beneficiario di diverse borse di studio tra cui STARTStipendium for Video und Media Art del BKA, Vienna; Forum Stipendium, Linz; Diagonale Preis Innovative Kino per il suo lavoro High Tide.

Martina Melilli

1987, Italia

Martina Melilli è un’artista visiva, regista, traduttrice e curatrice. È interessata alla rappresentazione dell’immaginario, individuale e collettivo, in relazione alla memoria e alla realtà e al rapporto tra l’individuo e lo spazio circostante. Melilli si è laureata in Arti Visive (IUAV) e ha studiato cinema documentario e sperimentale presso la Luca School of Arts di Bruxelles, dove ha anche collaborato con la piattaforma artistica Auguste Orts. È la vincitrice di Artevisione 2017, un progetto di promozione della giovane video art italiana, a cura di Careof e Sky Arte, che ha prodotto il suo cortometraggio Mum, I’m sorry, presentato al Museo del Novecento di Milano. My home, in Libya, il suo primo film documentario, è stato prodotto da Stefilm, ZDF / ARTE con il supporto di MiBACT, che lo ha riconosciuto come di interesse culturale. È stato presentato in anteprima al 71 ° Festival del film di Locarno.

Michał Soja e Róża Duda

1994-1993, Polonia

Michał Soja ha studiato all’Academy of Fine Arts di Monaco, alla Zurich University of the Arts e all’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Ha presentato le sue opere a festival polacchi e internazionali come il XIX Guanajuato International Film Festival e il XXVI Message to Man International Film Festival, a San Pietroburgo. Dal 2016 lavora con Róża Duda. Nella loro pratica artistica impiegano principalmente nuovi media, animazione 3D, video o installazione usando tecniche tipiche del settore pubblicitario.
Duda ha studiato all’Academy of Fine Arts di Cracovia, all’University of Applied Arts di Vienna e alla Zurich University of the Arts. Le sue opere sono state esposte in mostre collettive in Polonia e all’estero in gallerie e istituzioni tra cui: Gallery Labirynt a Lublino; Dachauer Wasserturm, Dachau; Gallery New Jörg, Vienna. Nel 2017 il loro lavoro Gold Mine è stato presentato al Limited Access Festival di Teheran, in Iran e alla XV Art Review Survival a Wrocław.

Katja Verheul

1988, Olanda

Katja Verheul è regista e ricercatrice con sede a Maastricht. Si è laureata in Arti audiovisive presso Gerrit Rietveld Academie (Olanda) nel 2012 e ha conseguito un MFA in Belle Arti presso la Goldsmiths University, Londra, nel 2016. I suoi progetti di ricerca e film si sviluppano intorno a contesti performativi e a tematiche di ricerca inerenti ai concetti di post-verità e strutture di potere. Il suo film Hostiles Sites – Part 2 si concentra sulle diverse barriere antiterrorismo che si trovano nell’area del Ring of Steel a Londra, sul loro habitat “naturale” e sull’influenza che hanno nella nostra vita quotidiana. Verheul dal 2018 al 2019 è coinvolta nel programma di residenza del Jan van Eyck Academie, Maastricht. Lo scorso anno ha ricevuto lo Young Talent Mondrian fund ed ha preso parte a numerosi festival cinematografici in Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Cina. Tra le rassegne a cui ha partecipato si ricorda New Wight Biennale e the International Short Film Festival ad Amburgo.

LA MOSTRA

European Identities: New Geographies in Artists' Film and Video

VISIO presenta il nuovo progetto espositivo European Identities. New Geographies in Artists’ Film and Video, allestito negli spazi de Le Murate. Progetti Arte Contemporanea. La mostra riunisce video, film e video installazioni che rappresentano la varietà di mezzi e formati utilizzati nella pratica video contemporanea riflettendo anche sulle relazioni tra formati video e contesto espositivo.

VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images  VII edizione

a cura di Leonardo Bigazzi

promosso e organizzato dallo Schermo dell’arte

in collaborazione con
Le Murate. Progetti Arte Contemporanea e FST-Mediateca Regionale Toscana

con il contributo di
Regione Toscana
Città Metropolitana di Firenze
Comune di Firenze
La Compagnia nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema
Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

 

con il sostegno di
Institut français Firenze
In Between Art Film
ottod’Ame
Seven Gravity Collection
Famiglia Cecchi
B&C Speakers

la selezione dei partecipanti è realizzata in partnership con:

  • Accademia di Belle Arti di Brera, Milano
  • Accademia di Belle Arti di Firenze
  • Careof, Milano
  • De Ateliers, Amsterdam
  • HIAP – Helsinki International Artist Programme
  • Kingston University, Londra
  • Le Fresnoy-Studio national des arts contemporains, Tourcoing
  • Rijksakademie van beeldende kunsten, Amsterdam
  • Royal College of Art, Londra
  • Royal Danish Academy of Fine Arts, Copenhagen
  • Royal Institute of Art, Stoccolma
  • Sandberg Instituut, Fine Arts, Amsterdam
  • Universität der Künste Berlin
  • WIELS, Contemporary Art Centre, Bruxelles