Everybody In the Place: An Incomplete History of Britain 1984-1992 di Jeremy Deller, Regno Unito 2018, 61' |
|||||||||
|
|||||||||
Presentato allo Schermo dell'arte 2019 Il mito dell’acid house come genere musicale di nicchia, di dominio esclusivo di una piccola avanguardia di Dj londinesi alla moda, è definitivamente superato e smentito. Con questo film infatti Jeremy Deller spiega, in una lezione tenuta a dei ragazzi di un liceo di Londra, la nascita e lo sviluppo di un genere musicale, una cultura e uno stile di vita che hanno cambiato per sempre il volto della Gran Bretagna e colloca l’acid house al centro delle grandi trasformazioni sociali avvenute nel paese tra gli anni ’80 e i primi ’90. L’artista mostra come la cultura rave sia nata soprattutto dalle periferie depresse delle città industrializzate del paese, e come essa sia debitrice tanto ai movimenti di protesta della working class, così come alla musica elettronica suonata nei club gay di Chicago e alla scoperta dell’ecstasy. Attraverso rari e inediti materiali di archivio, l’artista racconta l’evoluzione della vita notturna inglese di quegli anni che, nel giro di breve tempo, passò dalle discoteche ai rave illegali, quando i ragazzi cominciarono a occupare fabbriche e capannoni abbandonati trasformandoli in enormi piste da ballo. La prima ondata di ravers mise in atto una vera e propria rivoluzione a ritmo di musica, una lotta contro l’establishment che era stata iniziata dalla generazione dei loro padri per tutelare i propri diritti di lavoratori, e che essi continuarono in difesa della libertà di espressione, sognando un mondo nuovo in un secolo post industriale, ballando su ritmi tribali, destando grande scandalo tra i conservatori e scatenando violente reazioni da parte dello stato. Insieme a Deller ci uniamo ad una classe di liceali che scopre queste storie per la prima volta, guardandole dallaprospettiva di una generazione per la quale esse sono già storia antica. Jeremy Deller:
L’artista britannico Jeremy Deller, formatosi come storico dell’arte, ha sviluppato attraverso il video, l’installazione e la performance una ricerca incentrata sulla cultura popolare e folk, sviluppando una narrativa ironica sospesa tra attualità e finzione, reale e immaginario. L’artista è soprattutto interessato ai meccanismi su cui sono strutturate le società contemporanee e alle disparate esperienze e relazioni degli individui che ne fanno parte. La forza del suo lavoro risiede nella capacità di utilizzare in maniera critica gli stereotipi diffusi nella società, specialmente quelli legati ai poteri politici, economici e religiosi. Vincitore del Turner Prize nel 2004, tra le sue mostre personali: Sacrilege, Fondazione Nicola Trussardi, Milano (2018); English Magic, British Pavilion, 55esima Biennale di Venezia (2013); Joy in People, Hayward Gallery, Londra (2012); It Is What It Is: Conversations About Iraq, Creative Time and New Museum, New York, Hammer Museum,
Los Angeles, e Museum of Contemporary Art Chicago (2009); Procession, Cornerhouse, Manchester (2009); D’une révolution à l’autre. Carte blanche à Jeremy Deller, Palais de Tokyo, Parigi (2008).
|
|||||||||
[chiudi scheda] |