Colony di Mieke Bal, 2006, 33' |
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La multinazionale della calzatura Bata, fondata a Tlìn in Repubblica Ceca nel 1894, è uno dei primissimi esempi nella storia di industria che ha internazionalizzato la sua produzione. Ispirata fin dalle sue origini al modello produttivo fordista e con sedi sparse in tutto il mondo, Bata promosse la creazione di veri e propri villaggi dove i dipendenti, detti Batamen, e le loro famiglie potevano avere a disposizione tutti i servizi necessari alla vita quotidiana: abitazioni, negozi, ospedali, scuole e luoghi ricreativi.
Colony si concentra sul presente di una di queste città, Batanagar in India, costruita nei pressi di Calcutta. Batangar, che già sul finire degli anni Trenta contava più di 7500 lavoratori, è oggi un villaggio pressoché deserto: la crisi economica e l’ascesa della concorrenza cinese, che offre sul mercato manodopera a più basso prezzo, ha avuto come conseguenza la chiusura dello stabilimento indiano.
I ricordi malinconici di chi ha vissuto il periodo aureo della città si intrecciano nel film alle immagini di un paesaggio urbano ora desolato e decadente. Colony ci mostra il volto più triste della globalizzazione: in un mondo sempre più caratterizzato da rapporti di dipendenza economica, le promesse di democratizzazione ed emancipazione implicite nelle retoriche di queste multinazionali, si scontrano con il presente delle popolazioni impossibilitate a scrivere la storia del proprio futuro.
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