Now Eat My Script di Mounira Al Solh, 2014, 25' |
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Ispirandosi ai modelli della microstoria teorizzata da Carlo Ginzburg, l’artista libanese Mounira Al Solh impiega nella propria ricerca pittura, fotografia e video allo scopo di comprendere i macro discorsi politici e sociali a partire da storie di migrazione individuale e familiare.
In Now Eat My Script il senso di smarrimento e sradicamento provato da chi si trova costretto a lasciare la propria casa per emigrare in un altro paese è raccontato in prima persona dalle parole di una donna, scrittrice e futura madre, in viaggio dal Libano alla Siria. Attraverso un rigoroso approccio estetico in cui alcuni oggetti - prima l’auto carica di effetti personali, poi il corpo di un agnello disposto a pezzi su di una superficie bianca - sono isolati da qualsivoglia relazione spaziale; e linguistico dove la narrazione della sua esperienza di migrante si intreccia a fatti di cronaca familiare che diventano virali grazie alla rete; l’artista si interroga sulla effettiva capacità di traduzione dei fatti realmente accaduti. La fame insieme reale e metaforica, quella del migrante e dello scrittore, è qui assunta a simbolo della frustrazione esistente tra il bisogno prettamente umano di documentare e l’impossibilità di trovare espressione al trauma subito.
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