Tashlikh di Yael Bartana, Germania, Paesi Bassi, Israele 2017, 11' |
||||||||||||
|
||||||||||||
Presentato allo Schermo dell'arte 2017
Prendendo ispirazione dalla pratica ebraica del tashlik, che consiste nel lanciare del pane in un torrente al fine di espiare i propri peccati, Yael Bartana crea uno spazio comune in cui sia i perpetuatori che i sopravvissuti di vari genocidi e persecuzioni etniche, l’olocausto, il genocidio degli armeni, cosi come le pulizie etniche e le guerre civili in Sudan ed Eritrea, si confrontano da vicino tramite i legami materiali con gli orrori del passato, ovvero i propri oggetti personali. L’idea è che gli oggetti siano molto di piu dei materiali di cui sono composti e delle funzioni a cui devono adempiere; essi sono impregnati di ricordi e associazioni. Il lavoro di Bartana mette quindi in scena un nuovo tipo di rituale che consiste nel gettare deliberatamente via oggetti che riportano alla mente la memoria di un trauma come esempio di liberazione psicologica.
Yael Bartana
Nata nel 1970 a Kfar Yehezkel, Israele. Vive e lavora tra Berlino e Amsterdam. Bartana ha rappresentato la Polonia alla 54esima Biennale di Venezia nel 2011 e ha tenuto mostre personali nei maggiori musei e centri d’arte internazionali tra cui Musée cantonal des Beaux-Arts, Lausanne (2017), Philadelphia Museum of Art (2016), Stedelijk Museum, Amsterdam (2014). Ha vinto il premio Artes Mundi 4 nel 2010. Suoi film sono stati presentati nei maggiori festival internazionali tra cui Manchester, Oberhausen, Rotterdam, Berlino. Ha inoltre partecipato a importanti mostre internazionali, incluse documenta , la Biennale di Sao Paulo e Manifesta.
Filmografia selezionata
2014 True Finn 2013 Inferno 2010 Enartete Kunst Lebt 2006 A Declaration 2005 Siren’s Song
|
||||||||||||
[chiudi scheda] |