Forgiate con materiali e tecniche eterogenee servendosi dell’ausilio delle più moderne tecnologie, spaziando dalla fotografia digitale alla computertomografia, le sculture e le installazioni di Urs Fischer oscillano tra ironiche e stranianti appropriazioni di oggetti della quotidianità, come nel caso del gigantesco pacchetto di sigarette e della sedia installati sul Canal Grande alla Biennale di Venezia del 2009, e sorprendenti rivisitazioni dell’arte del passato, come la monumentale
ed effimera copia in cera del “Ratto delle Sabine” del Giambologna, realizzata per la mostra ILLUMInazioni nell’ambito dell’ultima Biennale veneziana. Con la sua “House of Bread” (2005), Fischer è stato uno dei protagonisti della mostra “8 e ½”, organizzata alla Stazione Leopolda di Firenze in collaborazione con Pitti Discovery per celebrare i cento anni della casa di moda Trussardi e curata da Massimiliano Gioni. Realizzato in occasione della sua prima mostra americana presso il New Museum di New York, il documentario ricostruisce il percorso artistico di uno dei giovani artisti di maggiore successo del momento. Le immagini della preparazione dell’evento, che Fischer ha orchestrato negli spazi come un’opera d’arte globale, si intrecciano con quelle di mostre precedenti allestite a Venezia, Londra, Sydney, Zurigo e Shanghai, e con i dialoghi tra l’artista stesso, i suoi collaboratori e i curatori del museo.