Brud (in polacco “sporcizia”) è un assemblaggio mutevole di animali senzienti, verdure e minerali. Nessuna cosa è uguale all’altra, ogni istanza è unica, un fiocco di neve speciale. Si fanno chiamare “sineddoche, mente di alveare, attentato suicida, una parola di quattro lettere”. Dipende fondamentalmente dalla persona a cui lo chiedi. Le loro opinioni si contraddicono, i loro pronomi sono plurali, fluidi i loro generi. Brud vive dentro Rzeźnia, un mattatoio al centro di Varsavia, che gestiscono come se fosse un Teatro dell’Opera. Qui compongono opera lirica contemporanea, nel senso sia etimologico che colloquiale del termine. “Opera” in latino si traduce con “lavoro”, parola che in polacco può essere tradotta con “Robota”, o “Praca”; dunque Brud si occupa di Robotica Praxis. Brud ha pubblicato una chiamata alle armi: “Absoletum Obsoletum”, o, “If It works It’s Out of Date”. Tra le mostre recenti: XII Baltic Triennial, Vilnius, “The Pink Spy”, MHKA, Anversa, e “Zoon in a Zoot-Suit, kim?”, Riga, Latvia.