Carico di vitalità e di allegria, ma allo stesso tempo toccante e malinconico, il film racconta la personalità, l’arte, gli amori dello scultore svizzero Jean Tinguely a vent’anni di distanza dalla morte. Creatore ingegnoso e poetico, anarchico nel lavoro come nella vita privata, il “re degli Svizzeri”, come lo aveva ironicamente soprannominato Niki de Saint Phalle, si afferma nell’ambito delle avanguardie artistiche del secondo dopoguerra, dove è tra i protagonisti del movimento francese del Nouveau Réalisme, raggiungendo nei primi anni Sessanta la fama internazionale con opere come “Homage to New York”, che si autodistrugge nel giardino del MoMA in una dissacrante performance meccanica. Intrecciando i racconti degli amici e dei collaboratori storici, da Daniel Spoerri a Seppi Imhof, a rari filmati e fotografie d’archivio, Thümena ripercorre in parallelo la biografia e la carriera dell’artista, dagli esordi al lungo ed esplosivo sodalizio con Niki de Saint Phalle, compagna di vita e di lavoro che appare al suo fianco nella creazione di numerose opere, tra cui Etude pour une fin du monde n.2, realizzata nel 1962 nel deserto del “Nevada”, e “Le Cyclope”, iniziata nel 1969 nella foresta francese di Milly e portata a termine dopo la scomparsa dell’artista.