Presentato a dOCUMENTA 13 (Kassel 2012), The Radiant è un flusso di immagini, sonorità elettriche, parole, musiche, rumori, silenzi. Partendo dai tragici avvenimenti che nel marzo 2011 sconvolsero il Giappone, il film si sviluppa secondo un andamento circolare attraversando differenti dimensioni temporali. Lungo la direttrice della narrazione primaria incentrata sul disastro di Fukushima, si innestano una molteplicità di fonti e materiali d’archivio tra cui estratti da film, video e performance, che secondo la consolidata metodologia creativa del collettivo, funzionano autonomamente e in connessione tra loro aprendo a una pluralità di discorsi speculari. Registi e produttori dell’opera, gli Otolith ne hanno curato anche la parte sonora che agisce plasticamente sulle immagini e sulla loro percezione da parte dello spettatore.
Secondo le parole degli autori “The Radiant rievoca la storica promessa dell’energia nucleare e richiama come le radiazioni rappresentino una minaccia che si riversa sul futuro di un presente ignaro. Con queste premesse, le città colpite e i villaggi evacuati del Giappone possono essere intesi come un laboratorio del regime nucleare globale che espone i propri cittadini alla necropolitica della radiazione.”
In questa prospettiva, il film si inserisce nell’ambito di un progetto di ricerca sulle politiche globali dell’energia nucleare avviato dal gruppo nel 2012 nell’ambito di una residenza e un public program presso la Blood Mountain Foundation di Budapest.