Nella prima delle sue Sentences on Conceptual Art (1969), Sol LeWitt affermava: “Conceptual artists are mystics rather than rationalists. They leap to conclusions that logic cannot reach ”.
Lo stesso concetto risuona nelle parole di un’intervista all’artista americano del 1974, che ascoltiamo in apertura di questo documentario interamente dedicato alla sua opera e alla sua rivoluzionaria filosofia creativa.
Artista e teorico, esponente del Minimalismo e dell’Arte Concettuale, LeWitt non volle essere una personalità pubblica; di sé ha lasciato, infatti, pochissime immagini, ma un gran numero di creazioni tra cui oltre un migliaio di Wall Drawings, ideati a partire dalla fine degli anni Sessanta.
Attorno ai densi tracciati lineari, alle modulazioni geometriche e alle variazioni cromatiche di questi dispositivi di trasformazione dello spazio (che l’autore era solito far eseguire a collaboratori ed assistenti, fornendo loro precise indicazioni) si concentra l’originale tributo di Chris Teerink.
In esso, seguiamo la nuova esecuzione del Wall Drawing #801 Spiral nella Cupola del Bonnefanten Museum di Maastricht (realizzato per la prima volta nel 1996), visitando la più grande retrospettiva sui Wall Drawings allestita al Mass MoCA di North Adams, Massachusetts, per raggiungere infine a Spoleto, dove LeWitt ha vissuto e lavorato a lungo.
Tra le persone incontrate dal regista c’è il falegname Fausto Scaramucci, che ha lavorato con l’artista alla produzione delle strutture bianche per la serie delle Complex Forms e che, fra numerosi modelli di opere, custodisce una delle rare fotografie di LeWitt.
Visivamente e musicalmente ipnotico, accompagnato da interviste ad amici e colleghi (fra loro Jan Dibbets e Lawrence Weiner), il film è stato premiato nel 2013 con il Prix du meilleur portrait al Festival Internazionale di Film sull’Arte di Montreal e con il Filaf d’or al Festival International du Livre D’art & du Film di Perpignan.