Fotografia: Duško Marovic, S.A.S.C
Montaggio: Walter Murch, Janus Fouché, Žana Marovic
Musica: Philip Miller, Thuthuka Sibisi, Kyle Sheperd, Nhanhla Mahlangu, Joanna Dudley, Neo Muyanga, Micca Manganye, Volley Nchabeleng, Dan Selsick
Sound design: Janus Fouché, Žana Marovic
Produttore: Rachel Chanoff, Joslyn Barnes, Noah Bashevkin, Brenda Potter
Un esempio di come il tempo della pandemia sia stato utilizzato da William Kentridge, il celebre artista sudafricano la cui pratica va dal disegno al cinema, dall’animazione alla scultura. Girato interamente nel suo studio, egli lavora rigorosamente in pantaloni neri e camicia bianca, e gioca disegnando e disfacendo le immagini con trucchi cinematografici alla Méliès. Con ironia si confronta con una seconda versione di se stesso con la quale dialoga, come fosse il suo subconscio, ripercorrendo i temi che caratterizzano il suo lavoro: l’apartheid, l’infanzia, i paesaggi sudafricani.
William Kentridge (Johannesburg, Sud Africa, 1955) è un artista acclamato a livello internazionale per i suoi disegni, sculture, animazioni, film e produzioni teatrali e d’opera. I suoi lavori sono esposti in musei, gallerie e biennali di tutto il mondo dagli anni ‘90. Oltre a numerosi premi, ha ricevuto dottorati ad honorem da diverse università, tra cui Yale e University of London.
Filmografia selezionata 2015 More Sweetly Play the Dance; 2017 Love Songs from the Last Century; 2020 City Deep; 2022 Oh to Believe in Another World