Riallestito nel 1997 dall’architetto Renzo Piano, in un padiglione adiacente il Centre Pompidou di Parigi, lo studio di Constantin Brancusi è uno scrigno trasparente di bellezza, che custodisce le opere di uno tra i più affascinanti artisti del Novecento e tutti i suoi strumenti di lavoro, così come egli li aveva lasciati alla sua morte, avvenuta nel 1957. In questo suggestivo scenario, Alain Fleischer ha realizzato una magistrale “opera sull’opera”, ricostruendo le relazioni tra i vari aspetti del lavoro di Brancusi attraverso un sapiente intreccio tra scultura, fotografia, cinema e danza.
Nel documentario, che fa parte di una collana sulla scultura realizzata anche in versione 3D, straordinarie vedute d’insieme dello studio e riprese delle singole sculture si accompagnano a fotografie e filmati realizzati dallo stesso Brancusi tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso. L’artista usò spesso la cinepresa per riprendersi al lavoro “créer comme un Dieu, commander comme un roi, travailler comme un esclave”, immortalando con la stessa anche una delle sue muse, la danzatrice americana Florence Meyer.