Considerato il padre della videoarte, Nam June Paik (Seul 1932 – Miami 2006), uno degli artisti più influenti del XX secolo, ha creato nuove forme di espressione e di comunicazione nell’era del boom della televisione.
Il film ripercorre la sua vita. Nato nella Corea occupata dal Giappone, ha studiato come musicista classico prima di trasferirsi in Germania negli anni Cinquanta dove la sua visione artistica cambia per sempre grazie all’incontro con il compositore John Cage. Nell’Europa divisa dal muro di Berlino, Paik diventa un membro di spicco del movimento Fluxus assieme a Yoko Ono, Joseph Beuys e Jonas Mekas e, nel 1964, decide di trasferirsi a New York dove inizia la sua celebre collaborazione con la violoncellista Charlotte Moorman.
Il documentario racconta, grazie a rari filmati d’archivio, interviste ed estratti di opere, l’incessante sperimentazione di Paik con la tecnologia: dall’utilizzo dei primi monitor tv alla creazione di robot antropomorfi, fino all’utilizzo delle nuove videocamere portatili.
Gli scritti di Paik, letti nel film dalla voce fuori campo dall’attore Steven Yeun, sottolineano come questo straordinario artista abbia sempre creduto nella necessità di rendere accessibile la sua arte realizzando, ad esempio, programmi televisivi trasmessi in contemporanea in tutto il mondo e prevedendo il futuro con sorprendente chiaroveggenza.