In occasione del trentesimo anniversario della morte di Keith Haring, avvenuta a soli 32 anni nel 1990, il documentario mostra alcuni filmati inediti provenienti dagli archivi della Haring Foundation per ripercorre la vita e l’opera di questo eccezionale artista. Le parole e i racconti dei familiari, degli amici artisti e curatori si intrecciano con la voce dello stesso Haring tratta da un’intervista inedita. Il film è un’immersione nella scena underground della New York degli anni Ottanta nella quale il mondo del rap e dei graffiti si fonde con l’estetica new wave. Haring è stato un promotore di un’arte accessibile a tutti, composta da un vocabolario figurativo che è diventato ed è tutt’oggi un’icona globale, e che ha trovato nello spazio pubblico il suo luogo di esposizione. Il documentario ci mostra il suo rapporto con personaggi quali Andy Warhol e Madonna, la creazione di un pop shop per permettere a tutti di acquistare un pezzo della sua arte, il progetto di un enorme banner realizzato nel 1986 assieme agli adolescenti dei quartieri disagiati di New York, ma anche aspetti della vita privata dall’uso delle droghe al dramma dell’AIDS che irrompe a metà anni Ottanta e che oltre alla vita di Haring porterà via anche quelle di numerosi amici.