Prima della caduta del regime talebano nel 2001, in Afghanistan scattare fotografie era considerato un crimine. Da quel momento, una nuova libera stampa trova lo spazio necessario per emergere con forza: il film, pluripremiato, segue le storie di quattro fotografi che lottano tenacemente, in situazioni di estrema difficoltà, per ricostruire e raccontare coi propri mezzi un paese nuovo. In questa nuova fase, il foto-giornalismo afgano acquisisce una rinnovata energia e potenza narrativa, in cui l’occhio attento alla bellezza di una terra così complessa fa da contraltare alle differenti storie di un luogo profondamente segnato dalla guerra. Sono le storie di Farzana Wahidy e del marito Massoud Hossaini: la prima affronta con intensità il suo lavoro incentrato sulla condizione femminile; il secondo, fotoreporter vincitore del Premio Pulitzer nel 2012 a seguito di una foto scattata durante un bombardamento, condivide con la moglie il forte amore per il proprio paese, lottando in situazioni di instabile precarietà. Anche Najibullah Musafar e Wakil Kohsar operano per testimoniare l’identità di un popolo e di una nazione, nella ferma convinzione che la forza delle immagini possa indicare nuove prospettive verso il cambiamento.