Un breve film rivelatore del linguaggio rigoroso e poetico di Runa Islam, una delle artiste più conosciute nel mondo delle moving images, che si serve del medium del cinema, della tecnica e della sua grammatica essenziale per richiamare l’attenzione sulla rappresentazione visiva. Le sue opere attingono all’immaginario cinematografico dei grandi classici, concentrandosi su frammenti minimi, incedendo sulle esitazioni e l’introspezione dello slow motion. In Empty the Pond To Get the Fish (2008), lo sguardo della camera indugia su cornici astratte. Inizialmente, i primi piani producono un’immagine apparentemente senza un significato, poi la cinepresa allarga lentamente l’inquadratura, attraverso lo spostamento in verticale e poi in orizzontale, svelando la visione di un auditorium vuoto e poi di un museo dove gli operatori installano un dipinto. Il senso di attesa e la rivelazione dell’opera è parte integrante della logica finale di questo film. L’artista utilizza la soggettività meccanica dell’occhio della cinepresa, per evocare lo sguardo umano, sovvertendo la tradizione cinematografica basata sul racconto narrativo.