In Edge of Life l’artista americano John Menick parla con un computer senziente della possibilità dell’immortalità digitale. Una sorta di Test di Turing al contrario: il computer interroga l’artista per scopi che possono includere o meno la clonazione della sua coscienza. I due discutono di non morti, emulazione del cervello , vampiri e di un’isola immaginaria popolata da ologrammi. Più che una lecture, una seduta spiritica in prima persona nella quale l’autore si ritrova a incanalare le previsioni del computer nel proprio comportamento. Performance dal vivo su soggetti non morti, Edge of Life, attraverso un testo narrato e un montaggio di immagini di science fiction, computer graphics, film della storia del cinema, ricerche biologiche e folkloriche, è una strana indagine su come il digitale trasforma i confini del vivente.