Lo schermo dell’arte 17ª edizione

Festival di cinema e arte contemporanea


Firenze, 13 – 17 novembre 2024

Cinema La Compagnia, Palazzo Strozzi
NYU Florence, Accademia di Belle Arti di Firenze

Streaming: canale Lo schermo dell’arte su MYmovies ONE
13 – 24 novembre 2024

Ingresso libero per gli under 30

 

Le anticipazioni del programma

La diciassettesima edizione dello Schermo dell’arte si svolgerà a Firenze dal 13 al 17 novembre 2024.

Il Festival di cinema e arte contemporanea, sostenuto da Fondazione CR Firenze e che rientra nel programma 50 giorni di cinema a Firenze, torna per offrire al pubblico una selezione della più recente produzione di film d’artista e di documentari sull’arte contemporanea che affrontano temi quali l’identità di genere, la relazione con il passato coloniale, con l’ambiente e con il mondo animale, e quella tra arte e potere politico, attraverso finzione, documentario e uso delle nuove tecnologie. 

Il Cinema La Compagnia di Firenze sarà come sempre il centro del Festival, non solo sede del suo intenso programma di proiezioni, curato da Silvia Lucchesi e Valeria Mancinelli, tra cui anteprime mondiali, europee e italiane alla presenza degli autori e autrici, ma anche luogo di incontro con artisti, curatori e ospiti internazionali.

Anche questa edizione si espanderà online con lo streaming di una selezione dei film del programma (fino al 24 novembre 2024) sul nuovo canale permanente Lo schermo dell’arte su Mymovies ONE lanciato a luglio con film presentati in edizioni passate del Festival.

Con il Premio del pubblico Under 30 per il miglior film della 17a edizione, Lo schermo dell’arte conferma l’attenzione verso la giovane generazione di spettatori che potranno avere accesso libero alle proiezioni e partecipare attivamente al Festival votando il proprio film preferito attraverso l’App Lo schermo dell’arte.

Focus on Garrett Bradley

È dedicato all’artista e filmmaker americana Garrett Bradley (New York 1986, vive a New Orleans), il Focus della 17a edizione. Il suo lavoro si caratterizza per la fusione di uno stile visivo estremamente personale con cui l’artista indaga conflitti umani e ingiustizie sociali. Il lungometraggio Time (2020), epica storia d’amore e dura accusa al sistema giudiziario americano, è stato selezionato in concorso in oltre 50 Festival, è stato nominato agli Oscar e ha vinto il Best Director Award for U.S. Documentary al Sundance Film Festival, facendo di Garrett la prima donna nera nella storia del Festival a vincere questo premio. Sue mostre personali si sono tenute tra gli altri al MoMA New York (2020) e al  MoCA di Los Angeles (2022). Nel 2023, ha ottenuto l’Eye Art & Film Prize dell’Eye Filmmuseum di Amsterdam. Garrett Bradley torna al Festival con 5 opere realizzate tra il 2017 e il 2023, tra le quali una puntata della miniserie Netflix Naomi Osaka che documenta nel corso di due anni la vita della celebre tennista giapponese, vincitrice di 4 Grand Slams. L’artista terrà inoltre un incontro aperto al pubblico del Festival alla New York University Florence.

Opening night: mercoledì 13 novembre

Opening Night con la performance Edge of Life dell’artista, filmmaker e scrittore americano John Menick, dedicata alle nuove forme di cinema, e a fantasmi, zombi, non morti e alla “resurrezione digitale”. Un testo narrato dallo stesso artista accompagna un montaggio di immagini di film di science fiction e della storia del cinema, computer graphics, ricerche biologiche e folkloriche.
A seguire Ernest Cole: Lost and Found (2024), del regista haitiano Raoul Peck, candidato all’Oscar per I’m Not Your Negro (2016). È il racconto dell’opera del fotografo sudafricano costretto all’esilio a New York a seguito della pubblicazione del libro House of Bondage (1967), coraggiosa denuncia degli orrori dell’apartheid. Il film ricostruisce la sua vita grazie anche al ritrovamento, nel 2017, di 60.000 negativi considerati dispersi, immagini che catturano con intensità la brutalità della segregazione razziale in Sudafrica e negli Stati Uniti. Il film ha vinto l’Œil d’or per il miglior documentario al Festival di Cannes.

Evento speciale exergue - on documenta 14

Dimitris Athiridis ha seguito per due anni  la preparazione di documenta 14 filmando le riunioni e i sopralluoghi del direttore artistico Adam Szymczyk e del suo team curatoriale. Con il titolo Learning From Athens, l’edizione del 2017 di quella che è considerata la più importante mostra d’arte contemporanea al mondo, si è tenuta per la prima volta, oltre che a Kassel, ad Atene. Le scelte curatoriali e politiche di Szymczyk hanno portato a un deficit finanziario seguito da uno scandalo mediatico che hanno oscurato i meriti artistici della mostra. In prima italiana il film, dalla straordinaria durata di 14 ore, è un’esplorazione senza precedenti del dietro le quinte del mondo istituzionale dell’arte contemporanea. Composto da 14 capitoli di circa un’ora ciascuno, verrà presentato a Palazzo Strozzi, negli spazi della Strozzina, in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi, durante tutto l’arco dei giorni del Festival. Adam Szymczyk terrà una conversazione con Salvatore Lacagnina, curatore e co-ideatore del programma Studio14 per Athens documenta 14.

Tra i film in programma

Tra i film d’artista‘Lolo & Sosaku’ The Western Archive (2024), personale rivisitazione del genere western tra fiction, documentario e cinema d’autore del poliedrico artista spagnolo Sergio Caballero, direttore del Sónar Advanced Music and Multimedia Art Festival; The Invisible Worm (2024) dell’artista anglo-palestinese Rosalind Nashashibi sull’amicizia che può esistere tra due donne artiste, l’autrice e la scultrice danese Marie Lund; The Book of Flowers (2023) dell’artista polacca Agnieszka Polska nel quale composizioni visive di fiori vivono grazie all’uso dell’AI e dell’animazione, e Diego Marcon con il suo recente La Gola (2024), racconto epistolare tra due personaggi, Gianni e Rossana, bambole iperrealistiche animate digitalmente, che esplora in maniera innovativa la narrazione visiva del melodramma.
Tra i documentari, la prima europea di Art of Diplomacy (2023) del regista brasiliano Zeca Brito, ricostruzione di un’affascinante vicenda di diplomazia culturale che in piena Seconda Guerra Mondiale coinvolse l’arte del modernismo brasiliano e Arte Povera, Appunti per la Storia (2023) di Andrea Bettinetti, sulla forza dissacrante di un movimento e di un gruppo di giovani artisti che hanno inciso profondamente sul panorama dell’arte contemporanea non solo italiana.

VISIO 2024

VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images, a cura di Leonardo Bigazzi, dedicato ad artisti under 35 che utilizzano le immagini in movimento, giunge quest’anno alla XIII edizione. Conferma il sostegno alla produzione di nuove opere di giovani artisti tramite il VISIO Production Fund, un fondo di produzione del valore di 35.000 euro finanziato in partnership con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (Prato), Fondazione In Between Art Film (Roma) e FRAC Bretagne (Rennes). Grazie al sostegno di Human Company, azienda storica e punto di riferimento nell’hospitality openair in Italia, il VISIO Production Fund 2024 è stato incrementato di 5.000 euro e per la prima volta sarà previsto un rimborso per le spese di viaggio degli artisti partecipanti. Quest’anno sono state ricevute 153 candidature (+20%) provenienti da 53 paesi diversi (+18%), tra cui Armenia, Australia, Benin, Brasile, Cina, Colombia, Corea del Sud, Giappone, Indonesia, Iran, Kazakistan, Messico, Nigeria, Perù, Senegal, Singapore, Stati Uniti, Taiwan, Thailandia e Turchia. Gli otto artisti selezionati saranno annunciati a settembre 2024. Sono parte del programma del Festival le prime mondiali delle opere di Andro EradzeTimoteus Anggawan Kusno e Valentin Noujaïm realizzate grazie al supporto del VISIO Production Fund 2023. In anteprima italiana, inoltre, Razeh-del  (2024) dell’artista iraniana Maryam Tafakory, prodotto con il Visio Production Fund 2022, selezionato nel concorso Pardi di domani del Festival di Locarno che, tra gli altri, sarà presentato al 68° BFI London Film Festival e al 62° New York Film Festival, opera collage che usa poesia, documentario e materiali d’archivio per raccontare il desiderio di due studentesse iraniane di girare, nel 1998, sotto il regime teocratico, un film impossibile.

Credito immagine: still da ‘Lolo&Sosaku’ The Western Archive (2024) di Sergio Caballero