Il progetto

VISIO è strutturato in una serie di proiezioni, seminari e incontri dedicati ad approfondire la visione e le tematiche degli artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica. Promuovendo il confronto e la mobilità internazionale di giovani creativi, VISIO ha favorito in questi anni lo sviluppo di un network europeo tra istituzioni, artisti e professionisti che lavorano con le moving images.

Il Progetto, a cura di Leonardo Bigazzi, si tiene a Firenze nell’ambito della VIII edizione de Lo schermo dell’arte Film Festival, dal 17 al 22 novembre 2015, ed è rivolto a 12 giovani artisti italiani ed europei che lavorano con le immagini in movimento. I partecipanti saranno selezionati attraverso una open call e in collaborazione con alcune delle più importanti accademie, scuole d’arte e residenze per artisti europee. Grazie al generoso contributo dei nostri partner il programma quest’anno non prevede una quota d’iscrizione. Le candidature dovranno essere inviate entro Lunedì 21 Settembre 2015.

Quest’anno il Programma comprenderà per la prima volta una mostra, dal titolo VISIO. Next Generation Moving Images e un Premio di Acquisizione.

La mostra, allestita negli spazi della Strozzina in Palazzo Strozzi a Firenze (17 novembre – 20 dicembre 2015) presenterà 12 opere video, una per ciascun artista partecipante, proponendo uno sguardo sulla produzione di film e video di una nuova generazione di artisti in Europa. La mostra è prodotta e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Lo schermo dell’arte Film Festival verrà inaugurata il 17 Novembre in occasione dell’apertura del Festival.

VISIO Young Talent Acquisition Prize. Il Premio consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicata alle opere video di artisti contemporanei. Con questo Premio Lo schermo dell’arte Film Festival, grazie alla partnership con Seven Gravity Collection, intende sostenere giovani artisti che utilizzano le immagini in movimento nella loro pratica artistica promuovendo il collezionismo di video installazioni, film e video d’artista.

VISIO sta creando un importante archivio di una nuova generazione di artisti europei che lavorano con le immagini in movimento e nelle prime tre edizioni del Programma oltre 200 artisti hanno partecipato al processo di selezione. Pur mantenendo la sua identità originale di progetto di formazione e di rete, VISIO ha generato in questi anni una piattaforma espositiva molto più ampia, sviluppando nuove opportunità e collaborazioni a livello internazionale.

Struttura

VISIO – European Programme on Artists’ Moving Images è strutturato in sei sezioni principali:

1. VISIO. Next Generation Moving Images La mostra allestita negli spazi della Strozzina in Palazzo Strozzi a Firenze (17 novembre – 20 dicembre 2015), presenterà 12 opere video, una per ciascun artista partecipante, proponendo uno sguardo sulla produzione di film e video di una nuova generazione di artisti in Europa.

La mostra, a cura di Leonardo Bigazzi, intende riflettere sulla molteplicità di linguaggi e tematiche dei giovani artisti che lavorano con le immagini in movimento e allo stesso tempo sulle modalità di fruizione dei differenti formati delle opere video nello spazio espositivo. Si cercherà quindi di selezionare opere che rappresentino la varietà di mezzi e formati utilizzati nella pratica video contemporanea: dall’analogico al digitale, dai video e film monocanali su monitor o proiettati su schermi fino alle video istallazioni.

La mostra avrà inoltre una forte identità laboratoriale. Parte degli spazi espositivi sarà dedicata ai seminari, agli incontri e ai laboratori previsti dal programma di VISIO in parte aperti al pubblico. Nella settimana del Festival si terranno tavole rotonde e presentazioni e i 12 artisti partecipanti presenteranno al pubblico il proprio lavoro. Gli incontri con importanti professionisti del settore proseguiranno poi a cadenza settimanale tutti i giovedì fino al termine della mostra.

2. Festival I partecipanti sono invitati a seguire tutte le proiezioni, gli incontri e le lectures del programma ufficiale del Festival intervenendo attivamente nelle discussioni. Le tematiche affrontate saranno poi approfondite e sviluppate durante i seminari e le conversazioni con i curatori e gli artisti ospiti del Festival. In questa edizione saranno proiettati i lavori di vari artisti internazionali tra cui: Runa Islam, Martial Raysse e Harun Farocki.

3. VISIO. Young Talent Acquisition Prize Il Premio consiste nell’acquisizione di un’opera di uno degli artisti partecipanti da parte della Seven Gravity Collection, collezione privata italiana interamente dedicate alle opere video di artisti contemporanei.
Il Premio sarà assegnato dai Soci Fondatori della Seven Gravity Collection e l’artista vincitore sarà annunciato durante Lo schermo dell’arte Film Festival.

4. Artists Presentation Gli artisti partecipanti introdurranno il proprio lavoro con una presentazione di 15 minuti all’interno della mostra a Palazzo Strozzi. Questa giornata sarà l’occasione per illustrare agli altri partecipanti, e ad un pubblico selezionato, le tematiche e le linee fondamentali della propria pratica artistica.

5. Seminari Sarà organizzato un ciclo di seminari tenuti da artisti e curatori ospiti del Festival che discuteranno con i partecipanti alcuni aspetti della loro pratica artistica e della loro metodologia di ricerca. I seminari, della durata di due ore, saranno strutturati in modo da prevedere anche momenti di dialogo e condivisione della propria esperienza tra i professionisti e i partecipanti. Nelle edizioni precedenti i seminari sono stati tenuti da Isaac Julien, Marine Hugonnier, Philippe-Alain Michaud, Filipa Ramos, Deimantas Narkevicius, Mark Nash, Maria Lind, Alain Fleischer e Heinz Peter Schwerfel.

6. Conversation room In questo spazio i partecipanti potranno confrontarsi tutti i giorni, durante tavole rotonde e incontri individuali di 45 minuti, con artisti, curatori, critici, produttori e direttori di istituzioni internazionali ospiti del Festival. Dalla presentazione del proprio portfolio a una semplice conversazione, questi momenti sono pensati come un’occasione di confronto e di scambio per favorire la crescita professionale dei partecipanti ed estendere il loro network di contatti internazionali.

  I partecipanti a questa edizione  

Brud

Brud (in polacco “sporcizia”) è un assemblaggio mutevole di animali senzienti, verdure e minerali. Nessuna cosa è uguale all’altra, ogni istanza è unica, un fiocco di neve speciale. Si fanno chiamare “sineddoche, mente di alveare, attentato suicida, una parola di quattro lettere”. Dipende fondamentalmente dalla persona a cui lo chiedi. Le loro opinioni si contraddicono, i loro pronomi sono plurali, fluidi i loro generi. Brud vive dentro Rzeźnia, un mattatoio al centro di Varsavia, che gestiscono come se fosse un Teatro dell’Opera. Qui compongono opera lirica contemporanea, nel senso sia etimologico che colloquiale del termine. “Opera” in latino si traduce con “lavoro”, parola che in polacco può essere tradotta con “Robota”, o “Praca”; dunque Brud si occupa di Robotica Praxis. Brud ha pubblicato una chiamata alle armi: “Absoletum Obsoletum”, o, “If It works It’s Out of Date”. Tra le mostre recenti: XII Baltic Triennial, Vilnius, The Pink Spy, MHKA, Anversa, e Zoon in a Zoot-Suit, kim?, Riga, Latvia.

Rebecca Digne

1982, Francia

VINCITRICE DELLA PRIMA EDIZIONE DEL “VISIO YOUNG TALENT ACQUISITION PRIZE”: LA SUA OPERA KINO – PEINTURE (2008) ENTRERÀ A FAR PARTE DELLA SEVEN GRAVITY COLLECTION.

Rebecca Digne vive e lavora a Parigi. Cresciuta a Napoli, si laurea presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts de Paris. Per due anni (2010-2011) è residente alla Rijksakademie van beeldende kunsten ad Amsterdam per poi seguire il programma di residenza del Palais de Tokyo: Le Pavillon, a Parigi (2013-2014). Le opere di Rebecca Digne sono evocazioni enigmatiche che catturano la proiezione e lo spazio espositivo in un “luogo di resistenza al tempo”. L’immagine, soggetto e mezzo, è gestita come un territorio in cui si mescolano questioni relative all’attesa, al tempo, all’identità, al gesto o al rituale. Tra le sue mostre recenti: Climats Artificiels, Fondation EDF, Parigi, 2015; 100 years later, Palais de Tokyo, Parigi, 2014; Profit and Non Profit, SpazioA, Pistoia, 2014; AB Show, Nomas Foundation, Roma; Facing Mercurio, Jeanine Hofland Contemporary Art Gallery, Amsterdam, 2013. Le sue opere si trovano in collezione al Centre National d’Art Moderne – Centre Georges Pompidou di Parigi.

LucFosther Diop

1980, Cameroon / Olanda

LucFosther Diop vive e lavora a Rotterdam e Douala (CM). Ha studiato Belle Arti presso l’Università Yaounde1 e alla Rijksakademie van beeldende kunsten di Amsterdam. LucFosther realizza film, fotografie, disegni, collage e installazioni. La sua ricerca trae origine da storie e fenomeni di razzismo, ingiustizia, propaganda, schiavitù, colonialismo, neo-colonialismo e imperialismo. Nella sua pratica si avvicina a questi concetti cercando strategie visive e metaforiche che gli consentano di esprimere aspetti specifici delle influenze e degli effetti del neo-colonialismo e dell’imperialismo, in particolare nel continente africano, e nel mondo. Il suo lavoro è stato esposto in mostre internazionali, tra cui 2nd Thessaloniki Biennal, 2009, 11th Havana Biennal, 2012, 14th PhotoEspana, 2011, e XVIII SESC_Videobrasil Festival, 2013. Il suo video We Are One ha vinto il FAAP Artistic Residency Prize in occasione della 18th SESC_Videobrasil Festival, 2013. Nello stesso anno ha ricevuto inoltre l’Unesco-Aschberg Award for French Africa.

Alessandro Di Pietro

1987, Italia

Alessandro Di Pietro vive e lavora a Milano. La sua pratica artistica è focalizzata, in termini materiali e linguistici, sui processi di normalizzazione e di deviazione dalla norma. Negli ultimi due anni i principali progetti come New Void e A project on A Zed and Two Noughts (P. Greenaway, 1985) trovano il loro campo d’azione nella grammatica cinematografica. Principale mostra personale: La table basse, FPAC Bad New Business, Milano, 2014. Mostre collettive: TWO PERSON SHOW, CAB, Grenoble, 2015; Glitch at OCAT, Shanghaj, 2015; HPSCHD 1969-2015, MAMBO – Museo Arte Moderna Bologna, Bologna, 2015; Glitch. Interferenze tra Arte e Cinema, PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea Milano, Milano, 2014; Zodiaco, CAR drde, Bologna, 2014; Primavera 2, CNEAI – Centre National Édition Art Image, Chatou, 2013; On File, Platforma Space, MNAC Annex, Bucharest, 2013; Constructional System, VIR – Viafarini in Residence, Milano, 2012.

Hoël Duret

1988, Francia

Hoël Duret vive e lavora tra Parigi, Brest e Nantes. Ha conseguito il master presso l’École des Beaux-Arts di Nantes nel 2011. Come sintesi dell’ideologia del “Do It Yourself” e dell’utopia del nucleo familiare della “American Way of Life”, l’artigianato è centrale nel lavoro di Hoël Duret. Ciò che gli interessa nel processo della pratica amatoriale non è tanto l’estetica specifica dell’assemblaggio, ma la ricerca, l’allestimento e la dimostrazione che lavorare in economia di mezzi può generare intelligenza produttiva. È stato insignito dello Young Creation Award della Biennale di Mulhouse nel 2012, del Visual Arts Prize of the City of Nantes e dell’Yishu 8 Prize 2014. Nel 2015 ha esposto in mostre personali a Park Life Gallery, San Francisco; al Museo di Belle Arti di Mulhouse, alla LOOP Video Fair, Barcellona, e in una collettiva presso la Fondazione Salomon, Annecy. È stato anche invitato a partecipare a due mostre personali nel corso di due residenze a Yishu 8 Art Space, Pechino, e L’Oeil de Poisson, Contemporary Art Center, Quebec City. Nel 2016 prenderà parte al laboratorio di ricerca Le Pavillon Neufize OBC del Palais de Tokyo di Parigi e a una collettiva al Museo d’Arte di Seoul.

Roberto Fassone

1986, Italia

Roberto Fassone vive e lavora ad Asti. Realizza lavori che esplorano e indagano i processi e le strategie che regolano la produzione di opere d’arte contemporanee. Nel 2012 ha creato sibi, un generatore di istruzioni per produrre potenziali opere d’arte. Il software è stato testato in occasione di workshop realizzati in collaborazione con università e istituzioni d’arte. Nel 2014 ha presentato Jeg Er Enorme Jævler, un film di 90 minuti diviso in due capitoli. Ha esposto e performato, tra le varie, presso Carroll/Fletcher, Londra, ZHdK, Zurigo, MARS Gallery, Melbourne, MAMbo, Bologna, e Link Cabinet. Ha preso parte alla Jury Selection of the 17th Japan Media Arts Festival ed è stato recentemente selezionato per Live Work Performance Act Award a Fies (Dro).

Giorgi Gago Gagoshidze

1983, Georgia

Vive e lavora a Berlino. Ha studiato presso la Tbilisi State Academy of Arts, dove ha ottenuto il master. Durante il periodo accademico ha fondato un collettivo con studenti e borsisti con i quali è stato attivamente impegnato nel mobilitare e organizzare un corpo studentesco per richiedere riforme sistemiche all’interno dell’Università. Questo processo e l’azione collettiva hanno portato al progetto on-going, Evolution of consciousness and the Post-Human Society, di cui è co-organizzatore e co-leader, che è stato creato all’inizio del mese di settembre 2015 con l’obiettivo di aumentare la coscienza della necessità di riformare il sistema educativo statale tramite il corpo studentesco. Ha proseguito gli studi alla KABK a L’Aia e nel 2012 entra a far parte della classe New Media presso l’Università delle Arti di Berlino, dove ha ricevuto la sua laurea e attualmente sta completando il master. Recentemente la sua attenzione si è spostata più verso l’immagine in movimento e la politica della produzione, della distribuzione e della circolazione delle immagini. Tra le mostre recenti: IMAGE IS A VIRUS // ON ACTIVISM ACUD, MACHT NEW, Berlino; Vision and Fear Station, GFZK Leipzig, Essen, 2015; The Next Generation V, Folkwang Museum, Berlino, 2014; What it is?, The Showroom, Berlino, 2014.

Émilie Pitoiset

1980, Francia

Émilie Pitoiset vive e lavora a Parigi. L’artista crea opere che generano una serie di personaggi e storie attraverso una narrativa continua che riflette sul formato espositivo attraverso elementi come il film e la performance. Il suo lavoro ha come punti di riferimento Woolf, Ackerman, Robbe-Grillet, Flaubert, Huysmans e Fassbinder, che Pitoiset cita e indirizza verso una sottile “eroticizzazione” della vita di tutti i giorni. L’artista gioca con scenari misteriosi con i quali svela una grammatica visiva surreale che è allo stesso tempo enigmatica, noir e decadente. Tra le personali recenti: It’s all the gold that i have, Klemm’s Gallery, Berlino; The silent actions, Frac Champagne Ardenne, Reims, e You are late. Ceremony in Les Eglises, Chelles. Pitoiset ha preso parte a numerose mostre collettive in musei come: Witte de With, Centre National D’Art Moderne – Centre Georges Pompidou, Palais de Tokyo, Badischer Kunstverein, Nassauischer Kunstverein Wiesbaden, Bielefeld Kunstverein, Museum Ostwall, Kadist Art Foundation. Le sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private tra cui il Centre National d’Art Moderne – Centre Georges Pompidou di Parigi.

Janis Rafa

1984, Grecia

Janis Rafa vive e lavora tra Amsterdam e Atene. Ha completato la sua formazione in Belle Arti (BA, MA, PhD) presso l’Università di Leeds in Gran Bretagna con una borsa di studio da parte dell’Arts & Humanities Research Council. La sua ricerca spazia dalle pratiche del documentario sperimentale, ai video-essays, ai filmati d’archivio e, più recentemente, a narrazioni cinematografiche complesse e mediometraggi. Ha recentemente completato il programma di residenza presso la Rijksakademie van beeldende kunsten (2013-2014) ad Amsterdam con una borsa di studio della Fondazione Onassis (GR). La sua prima mostra personale è stata presentata alla Martin van Zomeren Gallery, Amsterdam, 2014. Tra le mostre collettive a cui ha partecipato: 1st Research Pavilion, Biennale di Venezia, 2015; Art Rotterdam Projections, Kunstvereniging Diepenheim, 2015; Ce que raconte la solitude, ART-O-RAMA, 2014; Rijksakademie OPEN, 2013 – 2014, Manifesta 8, 2010; No Soul For Sale, Tate Modern, 2010. I suoi film e i suoi video sono stati proiettati in festival e istituzioni come: International Film Festival Rotterdam, BFI London, Cinema de la Nouvelle Lune, Curtas Vila do Conde, Gulf Dubai Film Festival, Capalbio Cinema, Project Space Leeds, Rencontres Internationales, Centre National D’art Moderne – Centre Georges Pompidou, 2010, Reina Sofia National Museum e Haus der Kulturen der Welt.

Anike Joyce Sadiq

1985 Germania

Anike Joyce Sadiq attualmente vive e lavora a Firenze dove è borsista a Villa Romana. Ha studiato presso la Stuttgart State Academy of Fine Arts. Attraverso i suoi video, gli interventi e le performance, crea aree di interazione sociale e discute di pratiche di alienazione ed esclusione, rivolgendosi allo spettatore come un attore o un amico. Sadiq ha preso parte a numerosi progetti, mostre e performance. Tra le mostre più recenti: You Never Look At Me From The Place From Which I See You, 45cbm, Kunsthalle Baden, Baden, 2015; The light in me weights a ton, C2, Firenze, 2015; Florence Contemporary, Italian Embassy, Berlino, 2015; Ein Knie geht einsam durch die Welt (…), Palermo Galerie, Stuttgart, 2015; Was glänzt ist für den Augenblick, in collaborazione con Julia Herbrik, Theater Rampe, Stuttgart, 2015.

Dan Walwin

1986, Regno Unito

Dan Walwin vive e lavora ad Amsterdam. Ha studiato presso Goldsmiths College a Londra e successivamente è stato residente presso la Rijksakademie van beeldende kunsten dal 2012 al 2013, ad Amsterdam. I suoi lavori pongono un’acuta e viscerale attenzione sui dettagli e sui “detriti”, inseriti e contenuti all’interno di forme ibride, difettose e mal calibrate. Queste evocano associazioni con la cultura pop, con la ricerca scientifica e con una narrativa di invenzione, in cui la scala e l’imitazione diventano strumenti per creare un’atmosfera d’incontro tra gli spettatori e l’opera. Tra le recenti mostre personali: Winds, Cell Project Space, Londra, 2015; Sun room, P/////AKT, Amsterdam, 2015; Cess, jel ever terrass?, Kazachenko’s Apartment, Oslo, 2014; Cess, jel ever terrass?, Playstation, Galerie Fons Welters, Amsterdam, 2014. Tra le ultime mostre collettive e partecipazioni a screening: 2013, 2014, Cosmos Carl, Online, 2015; Uyati Pog, Exodus, OCCII, Amsterdam, 2014; op / Grimm City, Stephen Lawrence Gallery, University of Greenwich, Londra, 2014; Marl Media Art Awards, Skulpturenmuseum Glaskasten Marl, Marl, 2014; Out There – Video Art, New media & Photography on Landscapes in Public Space, Maastricht, 2014; Haperende Mens, Arti et Amicitiae, Amsterdam, 2014; The Shape Of Things To Come, Stour Valley Arts, Ashford, 2014; Metadata Venn Diagram, Broadstone Studios, Dublino, 2014; Onsite, Temporary Arts Project, Southend on Sea, 2014.

Baha Görkem Yalim

1987, Turchia

Baha Görkem Yalim vive e lavora ad Amsterdam. Dopo una lunga formazione nel ramo delle scienze applicate, dove comunque ha avuto la possibilità di essere introdotto al linguaggio artistico visitando spazi pubblici e partecipando a lezioni di storia dell’arte, ha lavorato in Turchia come ingegnere in aziende energetiche e fabbriche di produzione di materiale militare. Nel 2015 ha conseguito la laurea in Belle Arti presso il dipartimento VAV (audiovisivi) alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam. Attualmente sta lavorando a una nuova ricerca focalizzata sulle fazioni politiche, sui loro sistemi di violenza e l’azione radicale che ne deriva, analizzando in particolar modo gli atti fanatici contro il patrimonio culturale e le cause o motivazioni di questo comportamento radicale. Studia i cambiamenti linguistici in concetti come radicalismo, costruzione/distruzione e la loro mutevolezza; un interesse che è stato provocato dai recenti atti dello Stato Islamico e dall’attuale governo in Turchia. Tra le mostre recenti: Hesitant Autonomy, Graduation Show Gerrit Rietveld Academie, Amsterdam, 2015; About it, Stedelijk Museum Bureau Amsterdam (SMBA), Amsterdam, 2014; Amphibious Fish that have the Ability to Locomote on Land, Hotel Marie Kapel (HMK), 2014; Rietveld Uncut, Voice: The Creature of Transition, De Brakke Grond, Amsterdam, 2014; Constant Companion, De Oude Kerk, Amsterdam, 2014.

LA MOSTRA

VISIO. Next Generation Moving Images

Allestita negli spazi della Strozzina in Palazzo Strozzi, la mostra VISIO. Next Generation Moving Images presenta 12 opere video, una per ciascun artista partecipante proponendo uno sguardo sulla produzione di film e video di una nuova generazione di artisti in Europa.

VISIO. European Programme on Artists’ Moving Images IV edizione

a cura di Leonardo Bigazzi 

promosso e organizzato da Lo schermo dell’arte Film Festival

in collaborazione con
FST – Mediateca Toscana
Fondazione Palazzo Strozzi

con il sostegno di

  • Regione Toscana
  • Ente Cassa di Risparmio di Firenze/Osservatorio per le Arti Contemporanee
  • Embassy of the Kingdom of the Netherlands in Italy
  • Institut français Firenze
  • Deutsches Institut Florenz
  • Seven Gravity Collection
  • Cecchi

la selezione dei partecipanti è realizzata in partnership con

  • Accademia di Belle Arti di Brera
  • Accademia di Belle Arti di Firenze
  • Akademie der Bildenden Künste München
  • Central Saint Martins (Londra)
  • De Ateliers (Amsterdam)
  • Pavillon Neuflize OBC research lab del Palais de Tokyo (Parigi)
  • Piet Zwart Institute (Rotterdam)
  • Rijksakademie van beeldende kunsten (Amsterdam)
  • Royal College of Art (Londra)
  • Royal Danish Academy of Fine Arts (Copenhagen)
  • Viafarini (Milano)
  • Vilnius Academy of Arts, Zurich University of The Arts