Il film è il backstage dell’utopico progetto dell’artista Zhan Wang, “My personal Universe”, realizzato nel 2012 per l’omonima mostra allestita all’Ullens Center of Contemporary Art di Pechino, con il supporto di Louis Vuitton. Nel documentario, il regista ha seguito passo dopo passo le peripezie affrontate dallo scultore concettuale cinese per realizzare lo spettacolare evento al centro delle opere che lo componevano: l’esplosione di un masso gigantesco in un’area della provincia di Shandong, con cui l’artista ha voluto ricreare il momento della nascita dell’universo.
Da questo Big Bang artificiale, che Wang ha fatto riprendere da diverse angolazioni utilizzando sei telecamere ad altissima definizione, capaci di catturare 2000 frames al secondo, sono nate una videoinstallazione multicanale ed una installazione ambientale. Quest’ultima era composta da oltre settemila sculture di acciaio, sospese nello spazio espositivo, riproducenti ognuna un frammento della pietra esplosa. Noto per le sue imprese impossibili, come il “Mount Everest Project: To the Summit, Everest 8853.5 m” (2004) in cui ha scalato l’alta cima per lasciarvi una sua roccia metallica, attualmente Zhan Wang è tra i protagonisti di “Passage to History: 20 Years of La Biennale di Venezia and Chinese Contemporary Art”, evento collaterale della 55a Biennale di Venezia, curato da Lü Peng e Achille Bonito Oliva.