Nightlife è una danza notturna. Immagini in alta definizione, riprese in slow motion e proiezione in 3D, il film di Cyprien Gaillard è un’opera dall’estetica ricercatissima, in cui la narrazione si svolge ad anello in quattro parti collegate tra loro: Il Pensatore di Rodin nella copia posta di fronte al Cleveland Museum of Art, i ginepri, alberi tipici del paesaggio californiano, i fuochi d’artificio sopra lo stadio di Berlino dove nel 1936 si tennero le Olimpiadi e il tronco di un albero di quercia. Tali elementi apparentemente lontani tra loro sono legati da una serie di reciproci rimandi sia visivi che storico-politici. L’osservazione della scultura di Rodin rivela alcuni danni nella parte inferiore provocati nel 1970 da una bomba del gruppo radicale di sinistra Weather Underground. La resistenza della scultura a quella detonazione viene nel film messa in relazione a quella di un ginepro hollywoodiano cresciuto addossato ad un muro e a una recinzione metallica, in un’anonima zona di Los Angeles. Le sue animate fronde si muovono similmente, nella terza parte, ai gorghi del fumo provocato da fuochi d’artificio sparati sopra l’Olympiastadion magnificamente filmati con un drone. Qui, nel 1936, l’afroamericano Jesse Owens, in pieno regime nazista, vinse quattro medaglie d’oro che gli vennero conferite insieme ad un piccolo albero di quercia, poi piantato – quarta parte – davanti alla scuola di Cleveland nella quale egli aveva iniziato la sua attività d’atleta e dove tutt’oggi si trova. Il cerchio dei rimandi – dalla Cleveland di Rodin alla Cleveland di Owens, è inoltre sottolineato dal loop ipnotico del ritornello delle due versioni del celebre brano rocksteady di Alton Ellis Black Man’s Pride: “I was born a loser” della prima versione si trasforma in “I was born a winner” della seconda.