Il titolo del film indica una relazione di fiducia e intimita. L’ “I” del titolo si riferisce infatti alla voce fuori campo, quella di Marianne Stockebrand, compagna del grande artista minimalista americano Donald Judd, che racconta la loro prima visita nel 1988 alla celebre casa dell’architetto austriaco Rudolph Schindler a King’ s Road, Los Angeles.
La macchina da presa ci mostra un altro spazio, il White Building a Marfa, Texas, parte della Chinati Foundation creata da Judd e amministrata dalla stessa Stockebrand per molti anni dopo la morte dell’artista. La stanza della casa a LA, dove Donald Judd scopri per la prima volta i mobili di Schindler e se ne innamoro a tal punto da acquistarne un set intero, e quindi reimmaginata in chiave contemporanea dalla regista Sasha Pirker, che mette insieme in questo spazio i mobili angolari di Schindler con alcuni dei primi dipinti di Judd. La relazione esclusiva tra Donald Judd e “I” diventa quindi piu simile a un dialogo sfaccettato, che include naturalmente anche la regista, ma soprattutto mette in relazione le personalita artistiche di Schindler e Judd. Una piccola storia composta da fili diversi che si fondono insieme.