Vivian Suter e sua madre Elisabeth Wild sono due artiste svizzero-austriache che vivono insieme a Panajachel, Guatemala, in un ambiente molto speciale, una tenuta acquistata negli anni ’80 che in precedenza era un’azienda agricola per la coltivazione di caffe. La bellissima abitazione che sorge al centro di un lussureggiante giardino tropicale comprende una serie di studi dove Vivian ed Elisabeth lavorano alle loro opere, ed è condivisa con i loro quattro cani e altri inquilini, alcuni abitanti Maya che aiutano le due artiste come guardiani. Elisabeth, che ha piu di novant’anni, e Vivian, che ne ha sessanta, vivono molto legate l’una all’altra in una dinamica familiare mutevole che sembra talvolta scambiare i ruoli della madre con quello della figlia.
La macchina da presa 16mm di Rosalind Nashashibi sembra quasi entrare in simbiosi con la vita delle due donne attraverso inquadrature ravvicinate, talvolta furtive, in grado di carpire l’intimità di quel luogo appartato e segreto: uno sguardo alla quotidianità di due artiste che vivono in completa armonia con un luogo lontanissimo dal loro paese di origine.