L’artista britannico Jeremy Deller, formatosi come storico dell’arte, ha sviluppato attraverso il video, l’installazione e la performance una ricerca incentrata sulla cultura popolare e folk, sviluppando una narrativa ironica sospesa tra attualità e finzione, reale e immaginario. L’artista è soprattutto interessato ai meccanismi su cui sono strutturate le società contemporanee e alle disparate esperienze e relazioni degli individui che ne fanno parte. La forza del suo lavoro risiede nella capacità di utilizzare in maniera critica gli stereotipi diffusi nella società, specialmente quelli legati ai poteri politici, economici e religiosi. Vincitore del Turner Prize nel 2004, tra le sue mostre personali: Sacrilege, Fondazione Nicola Trussardi, Milano (2018); English Magic, British Pavilion, 55esima Biennale di Venezia (2013); Joy in People, Hayward Gallery, Londra (2012); It Is What It Is: Conversations About Iraq, Creative Time and New Museum, New York, Hammer Museum,
Los Angeles, e Museum of Contemporary Art Chicago (2009); Procession, Cornerhouse, Manchester (2009); D’une révolution à l’autre. Carte blanche à Jeremy Deller, Palais de Tokyo, Parigi (2008).