Lacerate fonde elementi realistici con una dimensione onirica e simbolica, per raccontare il gesto estremo di una donna che da vittima si trasforma in carnefice. Il film è costruito come una serie di mise-en-scène in cui l’ambiente domestico, illuminato solo con luce naturale, è dominato da un branco di cani che si muovono nervosamente aggredendo mobili e oggetti. L’interno della casa è uno spazio mentale, violato e lacerato come un corpo che ha subito violenza. Frutta, cacciagione e resti di cibo sono disposti come nature morte, con elementi allegorici che richiamano alla caducità della vita e alla perdita dell’innocenza. Un ecosistema sospeso e ostile, in cui la brutalità subita da altre specie si trasferisce per osmosi agli esseri umani. Storicamente simboli di fedeltà verso il padrone, nel film i cani si ribellano diventando guardiani della donna, per sostenerla e proteggerla nel processo di liberazione dal suo persecutore.