Di formazione geografo e fotografo, l’artista americano Trevor Paglen (Camp Springs, 1974) è conosciuto internazionalmente per le sue ricerche che mettono l’accento sulla opacità delle strutture di potere e delle tecnologie di sorveglianza che plasmano, impattano e definiscono sempre più il quadro quotidiano delle nostre vite. In Unseen Skies l’artista ci invita a rivolgere lo sguardo al cielo per interrogarci su come negli ultimi decenni lo spazio intorno alla Terra si sia convertito in campo di battaglia dove forze in opposizione si sfidano e si controllano a vicenda. Il documentario si concentra in particolar modo su Orbital Reflector, un progetto nato dalla collaborazione tra l’artista e il Nevada Museum of Art. Orbital Reflector è una scultura di 30 metri costruita con un materiale leggero e riflettente che, alloggiata in una piccola infrastruttura simile a un mattone, una volta in orbita si sarebbe dovuta aprire e gonfiare come un palloncino. Tuttavia, poco dopo il lancio avvenuto il 3 dicembre del 2018 a bordo di un razzo di SpaceX, i contatti con il satellite vennero interrotti a causa dello shutdown voluto da Trump. Kazimir Malevich è stato il primo artista a immaginare l’arte nello spazio. In linea con queste prime ricerche, Trevor Paglen rimette al centro della discussione il ruolo che potrebbe assumere nel prossimo futuro l’esplorazione e la scoperta dell’universo.