Girato a New Orleans, Louisiana, nel 2016, Alone offre uno sguardo sulla vita di Aloné Watts.
Il breve documentario si apre con Watts mentre riflette , distesa sul letto, su una recente proposta di matrimonio ricevuta dal suo partner detenuto, Desmond Watson, arrestato nel 2015 con accuse di reati non violenti. Seguiamo la protagonista mentre incontra sulle scale del tribunale l’avvocato di Watson, prova abiti da sposa e racconta ai familiari il progetto di sposarsi, dando luogo a un confronto esplosivo quando loro la implorano di ripensarci. Alone fornisce uno sguardo ravvicinato sui modi in cui il sistema carcerario degli Stati Uniti influisce non solo sui detenuti, ma anche sulla vita quotidiana dei loro cari che cercano di orientarsi nella burocrazia, inclusi i pagamenti di ingenti somme a società di telecomunicazioni private per stare in contatto. In un paese in cui gli afroamericani sono incarcerati con un tasso superiore di oltre cinque volte rispetto ai bianchi, il film è anche una riflessione sull’eredità duratura del XIII Emendamento, che nel 1865 abolì la schiavitù negli Stati Uniti e la legalizzò come punizione per un crimine. Questo mise in moto nuove leggi dirette a criminalizzare la vita delle persone nere, note anche come Black Codes, leggi che avrebbero, a tutti gli effetti, mantenuto lo status del corpo nero come proprietà pubblica. Alone considera la continua precarietà della vita nera e della famiglia afroamericana attraverso uno sguardo intimo sui modi in cui amore e solitudine rimangono strettamente connessi per i detenuti e le loro famiglie.