Il film dell’artista Éric Baudelaire è strutturato come un dittico cinematografico, ed è una riflessione sul tempo che scorre e su come poter vivere i giorni che ci restano. Il primo atto ambientato nel più grande mercato dei fiori del mondo, ad Aalsmeer, in Olanda, è girato con uno stile documentario. Segue il processo industriale di movimentazione, preparazione e stoccaggio di milioni di bouquet che transitano in grandi hangar refrigerati per essere venduti all’asta, alimentando un mercato globalizzato molto problematico dal punto di vista ecologico. Nel secondo atto, liberamente ispirato all’opera teatrale L’uomo dal fiore in bocca scritta da Luigi Pirandello nel 1922, un attore interpreta un uomo affetto da un epitelioma – un tumore alla bocca incurabile al tempo di Pirandello – che avvicina un viaggiatore in un bar notturno di una stazione ferroviaria parigina. La loro conversazione apparentemente banale diventa un monologo metafisico quando l’uomo, sentendo avvicinarsi la morte, si aggrappa alla vita osservando scrupolosamente i fatti, come a colmare il divario tra sé e il resto del mondo. L’uomo è interpretato dall’attore Oxmo Puccino, il cliente da Dalì Benssalah.