Alla fine degli anni Sessanta, il pittore e scultore Bahman Mohassess lascia definitivamente l’Iran, distruggendo gran parte delle sue creazioni e sparendo dalla scena pubblica. Decisa a scoprire il perché della ricorrenza di immagini di pesci nelle sue opere, ma soprattutto a riscattarne la figura dalla dimenticanza della storia dell’arte ufficiale, nel 2010 Mitra Farahani lo ritrova in un albergo di Roma. Qui, intervistato sotto l’inseparabile quadro rosso da cui il film prende il titolo, il caustico ed egocentrico artista detta la sua biografia dando istruzioni alla regista per molte scene. Solo con l’arrivo di una commissione da parte di due giovani appassionati artisti e collezionisti da Dubai (Rokni e Ramin Haerizadeh), “il mostro solitario esce dalla sua caverna”, preparandosi a dipingere il suo ultimo grande quadro. Gli ultimi mesi di vita di Mohassess assumono, così, i contorni del romanzo Il Capolavoro sconosciuto di Honoré de Balzac, ma le sole immagini in cui vediamo l’artista al lavoro restano, in questo film, quelle di un vecchio documentario girato negli anni Settanta. Premiato con lo Scam International Award al Festival del Cinéma du réel 2013.