Lo schermo dell’arte reagisce alla gravità della situazione, allo spaesamento generale e all’annullamento delle manifestazioni culturali nel nostro paese, con una proposta attiva di condivisione pubblica: lo streaming gratuito di film d’artista del suo archivio grazie alla partnership con MYmovies e alla generosa concessione delle opere da parte degli autori.
L’arte è sempre frutto di urgenza. Un’urgenza intima espressiva che dà risposte creative in forma di opera alle sollecitazioni del tempo. Attraverso gli strumenti che le sono propri, l’arte genera riflessione e socialità diventando di proprietà collettiva. Oggi tale dimensione ampia e aperta è annullata, sostituita da un nuovo tipo di emergenza collettiva dalle conseguenze sociali potenzialmente devastanti. È a questo che vogliamo reagire.
Se tanti musei, fondazioni, mostre e teatri chiudono, se molte iniziative vengono rimandate è necessario dare un segnale forte e portare l’arte nella vita quotidiana delle persone affinché la cultura continui a nutrire l’anima e lo sguardo.
L’arte sa inventare soluzioni in grado di oltrepassare le difficoltà. Chiamati dallo Schermo dell’arte gli artisti hanno immediatamente aderito mettendo a disposizione i propri film. A loro va la nostra più sincera gratitudine.
FILM IN STREAMING
Tutti i film saranno disponibili dalle ore 21.00 della data dello streaming fino al 3 aprile su MYmovies.it
- ore 21:00
di Omer Fast, Germania 2016, 85′
Realizzato per dOCUMENTA (13) nel 2012, questo nuovo montaggio di Continuity al quale sono stati aggiunti 30 minuti di girato, narra il ritorno a casa dall’Afghanistan di Daniel, un giovane soldato tedesco. Lo accolgono i genitori, ma le prime ore di unità familiare ritrovata lasciano presto il passo ad un inquietante disorientamento. L’insistere della videocamera su dettagli e sui rituali domestici sprovvisti del consueto carico affettivo apre il sipario su un racconto che dissimula le aspettative, espandendo il contenuto del film dal dramma di un reduce di guerra al deserto esistenziale di una tipica famiglia della middle class tedesca. Fast sperimenta la decostruzione dell’iter narrativo tradizionale inscenando ancora una volta il ripetersi di un loop, sua peculiare cifra stilistica, che priva lo spettatore dei consueti riferimenti ed invita a rinunciare all’idea che nel racconto vi sia un obiettivo da raggiungere.
di Omer Fast, Germania 2016, 85′
Realizzato per dOCUMENTA (13) nel 2012, questo nuovo montaggio di Continuity al quale sono stati aggiunti 30 minuti di girato, narra il ritorno a casa dall’Afghanistan di Daniel, un giovane soldato tedesco. Lo accolgono i genitori, ma le prime ore di unità familiare ritrovata lasciano presto il passo ad un inquietante disorientamento. L’insistere della videocamera su dettagli e sui rituali domestici sprovvisti del consueto carico affettivo apre il sipario su un racconto che dissimula le aspettative, espandendo il contenuto del film dal dramma di un reduce di guerra al deserto esistenziale di una tipica famiglia della middle class tedesca. Fast sperimenta la decostruzione dell’iter narrativo tradizionale inscenando ancora una volta il ripetersi di un loop, sua peculiare cifra stilistica, che priva lo spettatore dei consueti riferimenti ed invita a rinunciare all’idea che nel racconto vi sia un obiettivo da raggiungere.
- ore 21:00
di Alterazioni Video, Italia, 2012, 21′
Vincitore della II edizione del Premio Lo schermo dell’Arte Film Festival 2011
Una soap-opera psichedelica ambientata nel Parco Archeologico dell’Incompiuto Siciliano a Giarre. A causa di un guasto meccanico un ectoplasma extraterrestre decide di effettuare un atterraggio di emergenza su un’isola mediterranea del pianeta Terra. Un pastore del luogo, che ha perso il proprio gregge, diviene testimone del passaggio dell’astronave e in preda ad attacchi di panico euforico corre in paese ad avvertire la TV locale. Nel frattempo nel piccolo villaggio di Giarre la vita scorre tranquilla, tra politica ed esercizio fisico, scappatelle d’amore e litigate in famiglia. L’entità aliena (Marc Augé) decide di incarnarsi in un cane per poter passare inosservato e poter ispezionare il pianeta che lo ospita. Nel frattempo nel paese si e` in procinto di organizzare una grande festa per l’inaugurazione ufficiale del nuovo parco archeologico dell’Incompiuto Siciliano.
di Alfredo Jaar, Italia 2009, 38′
La vita di Pasolini e la sua tragica fine vengono raccontati dall’artista cileno attraverso un film documentario nel quale si avvicendano brani girati da Jaar, sequenze tratte dai film di Pasolini, materiali d’archivio e interviste. La denuncia di Pasolini della stereotipata omologazione della società dei consumi appare straordinariamente profetica dell’attuale realtà sociale e politica del nostro paese. E il film dell’artista cileno diventa in tal modo una lucida e spietata lettura dell’Italia consumata dal potere della società dello spettacolo.
- ore 21:00
di Phil Collins, 2010, 35′
Il film racconta la storia di tre ex insegnanti di filosofia marxista-leninista all’indomani del crollo del muro di Berlino e della riunificazione della Germania. Per realizzare il suo progetto, l’artista ha pubblicato un’inserzione sui giornali, raccogliendo quasi 200 risposte di ex professori e accademici tedeschi e russi tra i quaranta e i settant’anni di età. Selezionate nell’ambito di un ristretto gruppo, tre donne, parlano davanti alla telecamera del loro passato e della loro situazione presente. Accompagnato dalla suggestiva colonna sonora di Nick Powell e di Laetizia Sadier degli Stereolab, il lavoro di Phil Collins ripercorre un pezzo di storia del Novecento da una doppia prospettiva, quella individuale e quella sociale. Un storia nella quale le interviste sono accompagnate da filmati televisivi d’archivio che illustrano l’insegnamento nelle scuole, la divulgazione delle teorie pedagogiche, le performance degli atleti e delle atlete della ex Germania dell’Est.
di Martina Melilli, Italia 2017, 17′
Il progetto è nato dal dialogo fra l’artista e alcuni migranti sopravvissuti ai lunghi e pericolosi viaggi verso l’Europa, ed è frutto della collaborazione con la dott.ssa Cristina Cattaneo, anatomopatologa e antropologa forense. L’artista mostra vestiti, orologi, documenti e fotografie appartenuti a uomini e donne scomparsi nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo. Questi oggetti comuni raccontano la vita, le speranze e i sogni di queste persone e rappresentano tracce tangibili della più grande tragedia dei nostri tempi.
- ore 21:00
di Luca Trevisani, Italia 2016, 15′
Per anni i rinoceronti bianchi sono stati uccisi dai bracconieri per via del loro prezioso corno che si ritiene abbia virtù afrodisiache. Scomparso nel marzo 2018 all’età di 45 anni, Sudan, che deve il nome al suo luogo di nascita, è stato l’ultimo di questi esemplari. Per lungo tempo ha vissuto nello Zoo di Dvůr Králové, nella Repubblica Ceca, perdendo a causa del freddo la possibilità di procreare e proseguire la sua specie, in seguito in una riserva naturale di Nanyuki, in Kenya. Protetto da guardie armate, l’obiettivo lo cattura muoversi lento in uno degli orizzonti più vasti al mondo. Trevisani lo filma in piani ravvicinati mettendo in evidenza la sua pelle ruvida, quasi un’opera d’arte plastica dall’inconsueto fascino scultoreo. La videocamera dipinge i ritratti sfuocati ed appena accennati dei soldati intenti a sorvegliarne, giorno e notte, i movimenti ed incede sul suo corpo, tratteggiando l’immagine di un’opera d’arte morente che sta andando incontro alla sua lenta estinzione.
di Alterazioni Video, Italia, 2012, 21′
Vincitore della II edizione del Premio Lo schermo dell’Arte Film Festival 2011
Una soap-opera psichedelica ambientata nel Parco Archeologico dell’Incompiuto Siciliano a Giarre. A causa di un guasto meccanico un ectoplasma extraterrestre decide di effettuare un atterraggio di emergenza su un’isola mediterranea del pianeta Terra. Un pastore del luogo, che ha perso il proprio gregge, diviene testimone del passaggio dell’astronave e in preda ad attacchi di panico euforico corre in paese ad avvertire la TV locale. Nel frattempo nel piccolo villaggio di Giarre la vita scorre tranquilla, tra politica ed esercizio fisico, scappatelle d’amore e litigate in famiglia. L’entità aliena (Marc Augé) decide di incarnarsi in un cane per poter passare inosservato e poter ispezionare il pianeta che lo ospita. Nel frattempo nel paese si e` in procinto di organizzare una grande festa per l’inaugurazione ufficiale del nuovo parco archeologico dell’Incompiuto Siciliano.
- ore 21:00
di Adrian Paci, Italia 2013, 26′
Un blocco di marmo estratto da una cava in Cina solca il mare su una nave da trasporto. In questo viaggio, apparentemente senza mèta, il blocco si trasforma in un’elegante colonna classica; ne sono artefici alcuni artigiani cinesi che operano con decisione e maestria escludendo ogni possibilità di errore, mentre la polvere della lavorazione imbianca i loro volti e l’intero ponte dell’imbarcazione.
Il racconto di questo evento, che Paci “ha fatto accadere” a bordo di un’imbarcazione-fabbrica, diventa un’eloquente metafora visiva che attraverso l’arte tocca temi come il lavoro e l’identità culturale, nel contesto delle dinamiche economiche e sociali globali. Nel film “tutto scorre”, infatti, attorno all’elemento architettonico della colonna, che nel suo divenire rappresenta il dialogo tra Oriente e Occidente.
di Rebecca Digne, Francia 2016, 4′
Girato sulla spiaggia di Le Havre in una sola giornata in coincidenza con l’alba e il sorgere della marea, il film è il risultato di una performance nella quale i 5 attori, artisti che insieme alla Digne,hanno partecipato al programma VISIO 2015, portano sulla battigia dei blocchi di sale usati solitamente in agricoltura per prevenire la carenza di sodio nei ruminanti. La marea si alza e incorpora il sale che appartiene al mare stesso. L’azione performativa viene filmata contemporaneamente da due telecamere fisse: una Super 8, mezzo spesso utilizzato dall’artista, per documentare ciò che avviene, e una telecamera digitale ad alta definizione che riprende l’intera azione mostrando le differenti prospettive che la compongono.
- ore 21:00
di Jeremy Deller, Regno Unito 2018, 61′
Il mito dell’acid house come genere musicale di nicchia, di dominio esclusivo di una piccola avanguardia di Dj londinesi alla moda, è definitivamente superato e smentito. Con questo film infatti Jeremy Deller spiega, in una lezione tenuta a dei ragazzi di un liceo di Londra, la nascita e lo sviluppo di un genere musicale, una cultura e uno stile di vita che hanno cambiato per sempre il volto della Gran Bretagna e colloca l’acid house al centro delle grandi trasformazioni sociali avvenute nel paese tra gli anni ’80 e i primi ’90. L’artista mostra come la cultura rave sia nata soprattutto dalle periferie depresse delle città industrializzate del paese, e come essa sia debitrice tanto ai movimenti di protesta della working class, così come alla musica elettronica suonata nei club gay di Chicago e alla scoperta dell’ecstasy. Attraverso rari e inediti materiali di archivio, l’artista racconta l’evoluzione della vita notturna inglese di quegli anni che, nel giro di breve tempo, passò dalle discoteche ai rave illegali, quando i ragazzi cominciarono a occupare fabbriche e capannoni abbandonati trasformandoli in enormi piste da ballo. La prima ondata di ravers mise in atto una vera e propria rivoluzione a ritmo di musica, una lotta contro l’establishment che era stata iniziata dalla generazione dei loro padri per tutelare i propri diritti di lavoratori, e che essi continuarono in difesa della libertà di espressione, sognando un mondo nuovo in un secolo post industriale, ballando su ritmi tribali, destando grande scandalo tra i conservatori e scatenando violente reazioni da parte dello stato. Insieme a Deller ci uniamo ad una classe di liceali che scopre queste storie per la prima volta, guardandole dallaprospettiva di una generazione per la quale esse sono già storia antica.
Il film è stato commissionato e prodotto da Frieze e Gucci.
di Flatform, Italia 2015, 8′
Questo breve film, diretto da Flatform, collettivo italiano che lavora tra Milano e Berlino, inquadra un tipico paesaggio italiano arroccato su una montagna e mostrato come una miniatura. Partendo da una ripresa statica, il lavoro si snoda su un doppio filo tra realtà e finzione, dove la ripresa dal vero viene sottoposta ad un complesso lavoro di post-produzione, cifra che caratterizza la poetica visiva del gruppo. L’animazione della scena è affidata a dei fasci luminosi emessi da riflettori che si accendono improvvisamente, isolando e inquadrando porzioni diverse della scena stessa, come in teatro. Ulteriori giochi di luce dalle finestre delle abitazioni contribuiscono a creare un senso di attesa e di spaesamento nello spettatore. I suoni della natura, di una banda cittadina e la celebre aria del Nessun Dorma pucciniano, in versione strumentale, il cui testo è riportato nelle didascalie, fanno da colonna sonora al paesaggio.